martedì 11 marzo 2014

Il PH, o acidità del terreno. Effetti sulle coltivazioni e misurazione

Il PH, o acidità del terreno. Effetti sulle coltivazioni e misurazione

Conoscere il pH del terreno è importante nella scelta degli ortaggi da coltivare. Da punto di vista fisico il terreno ideale è quello di medio impasto, sciolto; dal punto di vista chimico invece sono i valori del pH a indicarlo.

Il simbolo pH rappresenta la reazione chimica del terreno, cioè la misura della sua acidità o alcalinità espressa con una scala di valori da 0 a 14. I valori da 0 a 6,9 indicano un terreno acido, da 7,1 a 14 i terreni alcalini. Il valore medio, 7, è quello generalmente accettato da tutti gli ortaggi.

Misurazione del pH con un pHmetro e con una cartina reagente
 

Scala dei valori del pH

Terreni molto acidi

pH 3,5 – 5,00

Terreni acidi

pH 5,0 – 6,5

Terreni moderatamente acidi

pH 6,5 – 6,9

Terreni moderatamente alcalini

pH 7,1 – 7,5

Terreni alcalini

pH 7,5 – 8,5

Terreni molto alcalini

pH 8,5 - 10


Piante acidofile e calciofile

 

I terreni moderatamente acidi sono tollerati dalla maggioranza delle piante coltivate. Acidità nei valori 4,5 – 5 sono graditi alle piante acidofile dette anche calcifughe (patata, ortensia, camelia, ecc.).

Le piante dette calcio file amano un terreno alcalino (7,5-8). Sono: rapa, barbabietola, zinnia, ecc.

In genere gli ortaggi si adattano, ma può accadere di avere risultati inferiori alle aspettative.

Un pHmetro portatile
 
 
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Come si misura il pH

 

Dati precisi si ottengono con attrezzatur professionali, ma un dato orientativo, più che sufficiente per un piccolo orto, si può ottenere con l’utilizzo di cartine indicatrici (per esempio la cartina di tornasole) oppure con piccoli misuratorti portatili, reperibili nei Garden Center più forniti.

Per procedere alla misura si mescolano alcuni cucchiaini di terreno,prelevati in diversi settori dell’orto, con acqua distillata  e si agitano per qualche minuto. Dopo un’ora circa, per consentire che la maggior parte della terra si depositi sul fonde del bicchiere, si immerge nella soluzione la cartina indicatrice oppure l’elettrodo del misuratore elettronico. Nel primo caso si verifica la colorazione assunta dalla cartina confrontandola con quella riportata sulla scatola, nel secondo caso si legge la misura sull’indicatore dello strumento.

Cartine reagenti
 

Il pH  influenza direttamente la disponibilità degli elementi nutritivi (cioè rende più o meno disponibili gli elementi forniti con le concimazioni) sicché può accadere che un elemento indispensabile alla pianta, pur presente in abbondanza nel terreno, non viene assorbito dalle radici.

In particolare la disponibilità dei microelementi viene influenzata.

INFLUENZA DEL pH SULL’ASSORBIMENTO DEI MICROELEMENTI

Microelemento

Influenza del pH

Fosforo

Insolubile con pH superiori a 7,5 e inferiori a 5

Ferro, Manganese, Zinco

Insolubili a pH superiori a 6,2 – 6,5 e manifestazione di clorosi

Manganese

Con pH molto acidi può raggiungere concentrazioni tossiche per le piante

Rame

Insolubile con pH superiore a 7,5

Boro

Solubilità scarsa sotto pH 5 e sopra 8,5

Molibdeno

Aumenta la sua solubilità all’aumento del pH. Con pH molto alto può diventare tossico

Potassio

Poco influenzato dal pH del terreno

Vita dei macrorganismi del terreno

Il pH da 6 a 8 è il più favorevole alla vita dei LOMBRICHI

 

Come correggere il pH
 

Per aumentare il pH dei terreni acidi si fanno degli interventi alcalinizzanti, detti anche “di calcinazione”. Si può interrare  calce viva o calce spenta; dolomite, carbonato di calcio. Devono essere trascorsi almeno due mesi dall’ultima letamazione e almeno un mese dall’ultima somministrazione di concimi chimici.

 

Per diminuire il pH dei terreni alcalini (trattamenti acidificanti) si possono interrare fiori di zolfo, solfato di ferro o torba.

Un pHmetro professionale
 
 
 
 
 
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