martedì 11 marzo 2014

Rivitalizzare la bieta al termine del periodo invernale

Rivitalizzare la bieta al termine del periodo invernale

L’ultima bieta seminata in settembre-ottobre è sopravvissuta all’inverno ma è piuttosto malconcia e trascurata.  E’ possibile riportarla alla sua natura di ortaggio generoso e produttivo

L’inverno appena trascorso con le sue temperature spesso bassissime ci ha costretti ad abbandonare un poco le cure dell’orto. In questa situazione la nostra bieta, sottoposta alle intemperie e sommersa da erbe spontanee, ha cessato lo sviluppo ed è rimasta, un po’ stentata, in attesa di cure.

Dopo essere stata trascurata l'inverno, la bieta si presenta piuttosto malconcia e sommersa dalle erbe spontanee
 

Anche se ha sofferto difficilmente è morta, ed ora è pronta a riprendere forza e a dare ancora raccolti abbondanti. Non dimentichiamo, infatti, che la bieta è un ortaggio biennale quindi possiamo ancora ricavarne molto prodotto prima che, alla fine della primavera, vada a seme.

Occorre anzitutto ripulirla dalle erbe e dalle foglie ingiallite o danneggiate
 
 


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L’antica abitudine di coltivare un orto sta tornando di grande attualità. Dopo qualche decennio trascorso nella illusione di un consumismo facile senza prezzi da pagare, ci stiamo accorgendo che alcuni prezzi ci sono: la rinuncia alla genuinità dei cibi e una totale subordinazione a un sistema produttivo di cui non si conoscono i meccanismi. L’orto come lo si intende oggi non è solo una piccola fonte di reddito, ma soprattutto una nuova filosofia di vita, un metodo sano per recuperare il giusto rapporto con la natura, con la terra e con il cielo. Purtroppo, molte conoscenze sono andate perse, e oggi non esistono scuole né insegnanti in grado di trasferire cognizioni non accademiche, ma pratiche, a chi vuole incominciare.
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Sia che si trovi in vaso, sia in terra, è necessario anzitutto eliminare tutte le erbe spontanee che la soffocano; fatto ciò, si elimineranno anche le foglie danneggiate o ingiallite, lasciando solo, se necessario, il ciuffi centrale.  Smuovete un poco la terra con un attrezzo a punta, concimate con un pizzico di concime azotato, e poi innaffiate. Va bene il granulare generico da orto, ma può essere molto indicato anche il sangue di bue che garantisce una rapidissima ripresa. Dopo una sola settimana vedrete come la vostra bieta recupererà uno splendido verde intenso e comincerà a crescere  come nei suoi tempi migliori.

Con una buona concimazione azotata la bieta torna rapidamente al suo splendore e si appresta a fornire una nuova produzione
 
 
 
 
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Il PH, o acidità del terreno. Effetti sulle coltivazioni e misurazione

Il PH, o acidità del terreno. Effetti sulle coltivazioni e misurazione

Conoscere il pH del terreno è importante nella scelta degli ortaggi da coltivare. Da punto di vista fisico il terreno ideale è quello di medio impasto, sciolto; dal punto di vista chimico invece sono i valori del pH a indicarlo.

Il simbolo pH rappresenta la reazione chimica del terreno, cioè la misura della sua acidità o alcalinità espressa con una scala di valori da 0 a 14. I valori da 0 a 6,9 indicano un terreno acido, da 7,1 a 14 i terreni alcalini. Il valore medio, 7, è quello generalmente accettato da tutti gli ortaggi.

Misurazione del pH con un pHmetro e con una cartina reagente
 

Scala dei valori del pH

Terreni molto acidi

pH 3,5 – 5,00

Terreni acidi

pH 5,0 – 6,5

Terreni moderatamente acidi

pH 6,5 – 6,9

Terreni moderatamente alcalini

pH 7,1 – 7,5

Terreni alcalini

pH 7,5 – 8,5

Terreni molto alcalini

pH 8,5 - 10


Piante acidofile e calciofile

 

I terreni moderatamente acidi sono tollerati dalla maggioranza delle piante coltivate. Acidità nei valori 4,5 – 5 sono graditi alle piante acidofile dette anche calcifughe (patata, ortensia, camelia, ecc.).

Le piante dette calcio file amano un terreno alcalino (7,5-8). Sono: rapa, barbabietola, zinnia, ecc.

In genere gli ortaggi si adattano, ma può accadere di avere risultati inferiori alle aspettative.

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Come si misura il pH

 

Dati precisi si ottengono con attrezzatur professionali, ma un dato orientativo, più che sufficiente per un piccolo orto, si può ottenere con l’utilizzo di cartine indicatrici (per esempio la cartina di tornasole) oppure con piccoli misuratorti portatili, reperibili nei Garden Center più forniti.

Per procedere alla misura si mescolano alcuni cucchiaini di terreno,prelevati in diversi settori dell’orto, con acqua distillata  e si agitano per qualche minuto. Dopo un’ora circa, per consentire che la maggior parte della terra si depositi sul fonde del bicchiere, si immerge nella soluzione la cartina indicatrice oppure l’elettrodo del misuratore elettronico. Nel primo caso si verifica la colorazione assunta dalla cartina confrontandola con quella riportata sulla scatola, nel secondo caso si legge la misura sull’indicatore dello strumento.

Cartine reagenti
 

Il pH  influenza direttamente la disponibilità degli elementi nutritivi (cioè rende più o meno disponibili gli elementi forniti con le concimazioni) sicché può accadere che un elemento indispensabile alla pianta, pur presente in abbondanza nel terreno, non viene assorbito dalle radici.

In particolare la disponibilità dei microelementi viene influenzata.

INFLUENZA DEL pH SULL’ASSORBIMENTO DEI MICROELEMENTI

Microelemento

Influenza del pH

Fosforo

Insolubile con pH superiori a 7,5 e inferiori a 5

Ferro, Manganese, Zinco

Insolubili a pH superiori a 6,2 – 6,5 e manifestazione di clorosi

Manganese

Con pH molto acidi può raggiungere concentrazioni tossiche per le piante

Rame

Insolubile con pH superiore a 7,5

Boro

Solubilità scarsa sotto pH 5 e sopra 8,5

Molibdeno

Aumenta la sua solubilità all’aumento del pH. Con pH molto alto può diventare tossico

Potassio

Poco influenzato dal pH del terreno

Vita dei macrorganismi del terreno

Il pH da 6 a 8 è il più favorevole alla vita dei LOMBRICHI

 

Come correggere il pH
 

Per aumentare il pH dei terreni acidi si fanno degli interventi alcalinizzanti, detti anche “di calcinazione”. Si può interrare  calce viva o calce spenta; dolomite, carbonato di calcio. Devono essere trascorsi almeno due mesi dall’ultima letamazione e almeno un mese dall’ultima somministrazione di concimi chimici.

 

Per diminuire il pH dei terreni alcalini (trattamenti acidificanti) si possono interrare fiori di zolfo, solfato di ferro o torba.

Un pHmetro professionale
 
 
 
 
 
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