La fitolacca (Phytolacca americana L.) è una pianta spontanea molto vistosa, comunemente chiamata anche cremesina o uva turca. E' diffusa in tutta l'Italia ed è molto riconoscibile per i caratteristici grappoli penduli che portano piccole bacche carnose. |
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Il nome generico (fitolacca) deriva dall'unione di una parola greca, phyton (pianta) e una araba, lakk (lacca). Il senso complessivo è pianta di lacca, o lacca vegetale, per il colore delle bacche mature. Se vengono spremute, queste emettono un succo viola scuro che produce macchie intense. |
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Pianta di fitolacca con le bacche in formazione |
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La pianta appartiene alla famiglia delle Phytolaccaceae, genere Phytolacca L. Le piante appartenenti a questo genere hanno foglie lanceolate, ovali-allungate e appuntite. La parte superiore delle foglie è di colore verde brillante, mentre la pagina inferiore è opaca, e le nervature tendono a colorarsi di rosso |
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Bacche di fitolacca che stanno assumendo la colorazione tipica | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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I fiori sono piccoli, di colore bianco-verdastro, e sono raggruppati in grappoli pendenti lunghi mediamente 15 cm. A maturità i fiori producono bacche piccole e carnose, di color rosso scuro tendente al nero. La varietà dioica genera veri e propri alberi alti più di dieci metri. Nei nostri orti è comune la varietà americana, che cresce in forma di arbusto e può superare i due metri di altezza. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Bacche mature di fitolacca | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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La fitolacca cresce preferibilmente nei terreni incolti, nei campi, ai birdi delle strade e ai margini degli orti, in quanto preferisce terreni freschi e ricchi di humus. E' diffusa sia in pianura che in collina. Nonostante l'aspetto invitante delle baacche, la fitolacca è una pianta tossica | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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La fitolacca preferisce terreni ricchi di humus. Nella foto, una ianta cresciuta ai margini di un orto. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Le piante di fitolacca contengono composti tossici, come la fitolaccina presente nelle radici, e la fitolaccigenina nelle foglie. Le bacche hanno invece potere curativo, e venivano usate nella medicina tradizionale come antidolorifici e antitumorali. Tuttavia, considerata la pericolosità della pianta, questo uso è sempre meno praticato. E' sufficiente l'ingestione di una piccola quantità di foglie per provocare vomito dopo qualche ora. Seguono poi spasmi, tremori, diarrea acquosa e convulsioni. Se la parte ingerita è rilevante si aggiungono la paralisi degli organi di respirazione che possono portare fino alla morte. Se ingerita dagli animali domestici, come cani e gatti, la fitolacca provica coliche, diarrea e vomito, accompagnati da difficoltà di deambulazione. |
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mercoledì 4 marzo 2015
Erbe spontanee dell’orto: la Fitolacca
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