L’epoca ideale per la vangatura è l’autunno, periodo in cui il terreno è umido al punto giusto senza essere bagnato (si dice che "è in tempera") e le coltivazioni estive sono terminate. In queste condizioni il terreno può essere rivoltato in modo da rendere più soffice il letto di semina e più agevole la germinazione o l’espansione delle radici per le piantine trapiantate. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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La vangatura consiste nel
rivoltamento del terreno fino a una profondità di 25-30 centimetri |
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Il terreno stesso ricava molti vantaggi dalla vangatura. Dal punto di vista fisico, portando in alto gli strati più profondi si aumenta la superficie di suolo esposta agli agenti atmosferici, che disgregano le particelle: si migliora in questo modo la struttura glomerulare e si favorisce l’aumento della porosità del terreno,con uma migliore circolazione di aria, acqua e sostanze nutritive. |
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A sinistra una PALA, inadatta
alla vangatura. Al centro una vanga dotata anche di un accessorio
utile a spingerla nel terreno con il piede. A destra il rastrello
del tipo più adatto nell'orto. |
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Aria e
acqua più distribuite migliorano la solubilizzazione degli elementi
chimici già presenti e di quelli aggiunti tramite la concimazione.
Il movimento dello strato di terra incrementa l’attività dei
microrganismi del terreno. |
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Come può presentarsi inizialmente
un terreno da vangare |
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L’attrezzo migliore per eseguire una buona vangatura è la vanga, che può avere forme diverse ma nella sostanza è costituito da una lama metallica dritte dotata di un manico per poter essere manovrata. La forma può essere a V oppure rettangolare, e comunque deve essere abbastanza dritta de poter penetrate con facilità nel terreno. In questo senso va evitato uno strumento abbastanza simile ma del tutto inadeguato, detto, pala. La pala si usa per raccogliere del materiale da spostare, quindi ha una lama fine e leggera, concava, adatta a raccogliere e non a penetrare. Anche il manico della pala è ricurvo e la rende poco adatta ad essere infitta nel terreno. |
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Anzitutto il terreno va ripulito
da erbe eccessivamente alte, sassi e altri ostacoli. Le erbe più
basse possono essere interrate con la vangatura |
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Si vanga quando il terreno è umido al punto giusto, cioè, come si dice, “è in tempera”. Un terreno troppo asciutto e secco rende estremamente faticosa la vangatura per la difficoltà di infiggere la lama profondamente; viceversa un terreno troppo bagnato aderisce allo strumento di lavoro. Occorre dire che anche il tipo di terreno influisce sulla vangatura. Un terreno argilloso, asciutto o no, è comunque lavorabile con molta più difficoltà di uno sabbioso. |
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In mancanza di letame si può
usare lo stallatico pellettato, reperibile presso i Garden Center
oppure, in confezioni più economiche, presso i Consorzi agrari. |
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La vangatura si esegue scegliendo una parcella di terreno ben definita. Vangate il vostro orto a pezzi: vi conviene scegliere, di volta in volta, una striscia larga circa due metri e lunga come l’area da vangare. Ripulite bene questa striscia da tutto quanto, in superficie, può ostacolare la vangatura: togliete perciò tutti I residui delle coltivazioni precedenti. Se il terreno è nuovo eliminate le pietre e ogni altro intralcio. |
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Prima di vangare spargete sul
terreno ripulito uno strato abbondante di compost (terriccio) e lo
stallatico pellettato |
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L’erba
bassa può rimanere, restando inteso che rivoltando le zolle la
interrerete. Le erbe infestanti vanno eliminate a mano a mano che si
vanga, estraendole dalla terra smossa e cercando di portare via
anche le radici. Un discorso a parte merita la gramigna: questa si
presenta sottoterra come delle radici bianche dotate di internodi,
che colonizzano il suolo. E’ inutile strappare la gramigna in
superficie se non si eliminano TUTTI gli internodi nel terreno.
Questo può essere fatto solo in fase di vangatura: nelle piazzole
particolarmente infestate occorre vagliare ogni palata con le mani
per tirare fuori tutti gli spezzoni di radice. |
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La vangatura deve essere profonda
come la lama della vanga |
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Per la
vangatura si procede all’indietro. Posizionatevi in testa alla
parcella preparata e scavate una trincea profonda quanto la lama
della vanga e larga circa 25 cm, che prenda tutta la testa della
parcella. La terra che eliminate scavando questa trincea la spargete
con la stessa vanga buttandola all’indietro. |
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Dopo la vangatura, utilizzando il rastrello,
livellate il terreno |
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Prendete una seconda zolla a lato della prima e fate la stessa cosa. Continuate così finché sarete giunti all’altro lato della parcella: ora la prima trincea sarà riempita, ma ne avrete creata un’altra. Proseguite ricominciando dal lato in cui vi trovate, una vangata alla volta scavate la terza trincea e riempite la seconda, e così via, fino alla fine della parcella. Qui resterà l’ultima trincea, che riempirete prelevando della terra smossa con l’aiuto del rastrello dalla superficie della parcella appena vangata, tirandola nella trincea in modo da riempirla. |
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Potete tracciare le canalette che
serviranno sia per il vostro passaggio che per l'irrigazione. Le
prode non dovrebbero essere più larghe di 40-50 cm |
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Il lavoro potrà essere finito spianando bene la superficie della parcella vangata con un sapiente lavoro di rastrello, con il quale, trascinando la parte superficiale del terreno in modo opportuno, darete alla parcella una leggerissima pendenza verso la direzione in cui preferite che scorrano le acqua delle eventuali piogge:dovete assolutamente evitare che nella zona coltivata si creino avvallamenti anche minimi che possano trasformarsi in pozzanghere. |
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Vangatura del terreno |
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Le aiole di coltivazione dovranno essere sempre sopraelevate, rispetto il terreno dei sentierini e delle canalette di irrigazione,di almeno 10 cm. Le pozzanghere ed i ristagni di acqua asfissiano le piante. Poiché sarà sempre preferibile innaffiare per scorrimento anziché a pioggia, create tra le aiuole delle canalette nelle quali farete scorrere l’acqua (anche queste perciò dovranno avere una pendenza, anche se leggerissima, tra l’inizio e la fine). La prima volta che fate scorrere l’acqua nelle canalette questa non riesce ad arrivare fino in fondo, oppure ci arriva troppo velocemente. Mentre le canalette si riempiono d’acqua, aiutandovi con una zappa, fate in modo che la pendenza sia quella giusta per avere un riempimento omogeneo da cima a fondo. Dopo questa prima laboriosa regolazione, sia perché il fondo si assesta, sia perché voi ci camminerete regolarmente dentro, le canalette acquisteranno la capacità di riempirsi velocemente.
IMPORTANTE Se volete che le vostre piante prendano tutto il sole di cui avranno bisogno, fate in modo che le file (e quindi le canalette) siano disposte quanto più possibile da est a ovest, cioè dalla direzione in cui il sole sorge a quella in cui tramonta |
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Sulle prode può anche essere
steso del telo nero, in funzione di pacciamante: riscalda il terreno
e blocca la crescita di erbe infestanti |
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